Storia di una Buona Novella
SPETTACOLO TEATRALE MUSICALE
ispirato al concept album
LA BUONA NOVELLA di FABRIZIO DE ANDRÉ
Regia: Daniela Brizio
Testo originale: Toni Battaglino
Musiche: Fabrizio De André e Gian Piero Reverberi, eseguite con band dal vivo (ove possibile)
Coreografie: Cristina Surace
Arrangiamenti originali: Marco Dellatorre
Arrangiamenti e Direzione Cori: Stefania Bonetto
Luci: Gianfranco Ferrari
Costumi: Piccolo Teatro di Bra
Scenografie: Piccolo Teatro di Bra
​
Durata: 2 ore circa
È stato in una sera come tante, seduti al tavolo di un’osteria, come fossimo nella “città vecchia”, che abbiamo iniziato a parlare di Fabrizio De André e della sua Buona Novella.
Un gruppo di amici, tutti musicisti e teatranti: «Sarebbe bello De André… in questi tempi di “sole, cuore, amore”, di diritti negati e di lavori precari, sarebbe proprio bello De André!»
​
Così è nata la storia di Ephraim e Lia, la storia di una buona novella.
​
Per scriverla oggi, però, è stato necessario partire dalla fine, prendendo la rincorsa “dall’alto dei naufragi” della Smisurata Preghiera per schierarsi in direzione ostinata e contraria contro l’idea di una maggioranza inerte, immobile, bloccata.
Anche noi facciamo parte di questa maggioranza, ma questa sera proviamo a risvegliarci e a considerare ipotesi “altre” insieme a Fabrizio De André e insieme a voi, rileggendo il dramma profondamente umano dell’uccisione di Cristo e dei due uomini al suo fianco: uomini prima che ladri, uomini prima che derelitti, uomini prima che condannati.
​
La nostra Buona Novella è un dialogo tra un vecchio ed un'adolescente, tra un inizio senza preconcetti, pieno di energia e di giudizi sommari, ed un crepuscolo, pieno di esperienze, rimpianti e, a volte, rimorsi. Due modi di vedere il mondo, così diversi, ma capaci, attraverso l’incontro, di piacersi, di rileggere le proprie convinzioni filtrate dalle ragioni dell’altro e di rialzarsi e ripartire raccontando ognuno la propria storia.
​
Ed infine, la nostra Buona Novella vuole essere un dialogo con voi: quindi, per una sera, fingiamo di essere ad Eufemia, la città invisibile di Calvino “in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio”, sediamoci accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato e raccontiamo le nostre storie sapendo che, da quel momento in poi, non saranno più le stesse...